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martedì 14 giugno 2011

In un momento di caduta verticale del valore umanitario, che senso diamo alla nostra spiritualità?

Per fortuna questo sistema basato sul possesso e sul potere non riesce proprio ad affascinarmi. Riesco ancora a dare un senso anche a quel lato intimo e misterioso che ognuno di noi possiede che è lo spirito. La vera e propria essenza vitale, quella cosa che mi permette di portare avanti tutto il resto. Questa ricerca continua, soppianta radicalmente il vuoto lasciato dalla religione cattolica che, nonostante l'indottrinamento giovanile, non è riuscita a prendere piede, probabilmente a causa dell'ipocrisia su cui si fonda. Tuttavia resto affascinato dal cristianesimo, dalla storia troppo spesso storpiata ed addomesticata "ad hoc"di colui ,sicuramente esistito di nome Gesù. Nell'ambito di questa riflessione però sarebbe stupido immaginare il suo messaggio unico, altri popoli ed altre religioni potenti esistono sulla terra e tutte hanno ragioni da vendere. Religioni teocratiche ma non solo, a queste aggiungerei anche quei modelli esistenziali di culture diverse dalla nostra ma non per questo errate, anzi in certi casi vere e proprie scuole educative (mi riferisco a quelle popolazioni ritenute incivili, tipo gli aborigeni, gli abitanti della savana e quelli dell'amazzonia). Culture diverse dalla nostra che invece di assurgersi ad incontrastati dominatori del mondo, trattano questa nostra madre terra con assoluto rispetto ed anzi con una funzione di custodia nel contesto di un assoluto timore reverenziale. Ho tratto spunto per questa riflessione dall'ultimo post che ho redatto, in quell'occasione il dibattito ha fatto vibrare in me le corde della chiaroveggenza, gioco di parole questo per esprimere il desiderio di vederci chiaro, ovvero tentare di far quadrare il cerchio di tutte le ragiodi di tutte le culture e di tutte le religioni. Un lavoro di scrematura cercando di tenere quelle cose che trovano un riscontro comune, quelle che potrebbero averlo ma in alcuni casi non sono valorizzate e quelle che invece non riescono a restare in equilibrio nella globalità delle idee. Ne esce una specie di religione "fai da te" che ovviamente è e deve restare assolutamente personale. E  così facendo, ci si riappropria di quei concetti quali: Amore, libertà, felicità, altruismo, fratellanza e... come va di moda dire oggi "quant'altro". Un po' come fare un puzzle, tutte le concezioni intorno a noi sono i tasselli, che non possono aver che il loro giusto posto, creando un ordine armonico di nome pace. Un ordine inoltre che non ammette escamotages ma al limite ci rende consapevoli anche delle nostre frequenti ipocrisie. Tutti siamo un po' ipocriti, di ciò è bene essere consapevoli. Su alcune di queste ipocrisie non c'è nulla da fare, il contesto in cui si vive spesso non ti concede nemmeno il beneficio della scelta, su altre invece è possibile intervenire e rendersi migliori. Ma a questo punto viene spontaneo chiedersi: "Per quale motivo io devo essere più onesto e sincero, soprattutto con me stesso?" In effetti uno come me che crede che la morte sia la parola fine non dovrebbe farsi scrupolo, ma forse la parola eternità prende corpo guardando il mondo con gli occhi dei miei figli o di tutti quei bambini che fuggono le guerre o di quelli che si avventurano in mare su vere e proprie zattere nella speranza di un mondo migliore, di una vita migliore.

1 commento:

  1. Un post che pone delle riflessioni molto profonde ed attuali.
    Cos’è la spiritualità? Spesso si fa vivo in noi l’interesse per la spiritualità e la ricerca del trascendente.
    Penso che la spiritualità sia la ricerca della nostra intima essenza, della nostra natura. La ricerca spirituale nasce talvolta dalla sofferenza, che ci impone di esaminare la nostra vita e di vederla in modo diverso; significa vivere con dei punti di vista diversi, che ci portino al distacco dalle emozioni al ridimensionamento de i nostri egoismi e ciò richiede impegno. E’ il capire il senso della nostra vita. E’ una cosa soggettiva. Ognuno ha una sua dimensione spirituale, sacra, che occorre rispettare.
    In senso più ampio, la spiritualità è ciò che dà significato e importanza alla nostra esistenza,
    abbraccia una varietà di spazi, come il rapporto con il divino, il rapporto con gli altri,
    con se stessi, con il creato, che da un senso di equilibrio e saggezza su come affrontare la sofferenza, la malattia e la morte.
    L’ambito della spiritualità è più ampio dell’appartenenza religiosa.
    Se Dio esiste, di che religione è? cattolico? E perchè non potrebbe essere musulmano, ebreo, buddista, spiritista, darwinista, o di qualche altra religione?
    Penso che l’essere umano sia particolarmente interessato a farsi del mondo che lo circonda un’immagine in grado di guidarlo nelle sue scelte, e di rassicurarlo nelle sue perplessità. Si interroga continuamente sul perché di ciò che accade. Cerca personalmente o insieme ad altri una risposta in grado di rassicurarlo e di persuaderlo che tutto è in ordine, che tutto funziona a dovere. Quando però non si riesce a trovare una risposta, resta sempre come via d’uscita all’assurdo, al non-senso, l’Essere Supremo.

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